In questi giorni la personale di Lidia Angelo: "Il mio uomo, il suo viaggio", sta facendo il giro della penisola ospite delle principali Questure d'Italia, e durante manifestazioni sulla legalità.





Qual è lo stato d’animo di una donna che sa che il proprio uomo si allontana da lei per recarsi ad aiutare chi ne ha bisogno?
Quando la moglie di un poliziotto resta a casa ad aspettarlo, sapendo che si trova in una missione pericolosa, i minuti si trasformano in ore, le ore si trasformano in giorni finché la stanchezza ti sfinisce.
Ma questa attesa è accompagnata dall’orgoglio, dalla stima e dalla certezza che un poliziotto  è sempre e comunque un punto di riferimento per chi, purtroppo, ne ha bisogno.
Si, purtroppo è un purtroppo!
Perché se si ha bisogno della polizia quasi mai ci si trova in una situazione facile;
 rapine, risse, terremoti, e troppo spesso gente che non ha rispetto per la propria persona né per il prossimo, e i nostri uomini sono li  in mezzo ad aiutare, spesso, anche chi ha creato questi disagi. Troppo sovente insultati, derisi, diffamati o addirittura feriti, ma loro vanno avanti con la loro missione, la stessa di quando, da bambini,  si vestivano di super eroi per salvare la loro principessa, e noi siamo quelle principesse fiere di vedere i nostri uomini pronti a sfoderare la spada per salvare una pulzella da un drago o da un orco malefico.
In più se la principessa in questione è una romantica bambina mai cresciuta e rimasta ad armeggiare con pennelli e colori ecco che viene fuori una mostra a tema: “il mio uomo, il suo viaggio” dove l’artista, restando a casa ad aspettare, decide di partire con il proprio eroe per un viaggio onirico, immaginario, che li accomuna nel principio di giustizia e di armonia tra gli uomini e di stima verso chi, mettendo anche a repentaglio la propria vita, è pronto a portare fino in fondo il proprio incarico e non come un compito ordinato dall’alto ma come un desiderio di migliorare il mondo intero.
Quando ho conosciuto mio marito non ho capito da subito di aver sposato un “eroe semplice”: è così che chiamo quelli come lui, poliziotti che fanno gli eroi con semplicità, senza chiedere mai nulla in cambio e non avevo capito che con lui avrei dovuto anche accettare il suo lavoro. Spesso sentivo le mogli degli altri colleghi lamentarsi ma per me era ancora un mondo sconosciuto, di mio marito conoscevo solo i suoi principi e questo mi bastava.
Man mano ho anche conosciuto le insidie, l’opinione che la gente spesso ha di loro e questo fa male, perché se nel mondo ci fosse più rispetto per le regole, per il prossimo, per il diverso non dovremmo avere bisogno di loro, così ho cominciato a dipingere un quadro ad ogni missione, ad ogni sabato e domenica che sono rimasta da sola ad aspettare che quei minuti e quelle ore interminabili passassero, da qui sono nati dei quadri con i nomi delle località visitate in racconti dei tg, dei colleghi  di mio marito e, in primis,  anche dalla mia fantasia. Reggio Emilia, Trento, Venezia, Val di Susa, Lampedusa ed altri ancora sono i titoli dei quadri che tutti insieme vogliono far conoscere alla gente la parte più intima di questi uomini, forti, tenaci ma soprattutto umani, fatti di carne ossa e sentimenti, ma la componente principale di questi eroi è il coraggio, i principi e l’attaccamento al dovere.
Il progetto è quello di fare girare la mostra per le Questure d’Italia, itinerando da città in città e arricchendo giorno dopo giorno la mostra di nuovi lavori.
Lidia Angelo