Il coding aiuta i più piccoli a pensare meglio e in modo creativo, stimola la loro curiosità attraverso quello che apparentemente può sembrare solo un gioco. Il coding consente di imparare le basi della programmazione informatica, insegna a “dialogare” con il computer, a impartire alla macchina comandi in modo semplice e intuitivo. Il segreto sta tutto nel metodo: poca teoria e tanta pratica.
L’obiettivo non è formare una generazione di futuri programmatori, ma educare i più piccoli al pensiero computazionale, che è la capacità di risolvere problemi – anche complessi – applicando la logica, ragionando passo passo sulla strategia migliore per arrivare alla soluzione.
Il coding a scuola sta gradualmente ritagliandosi uno spazio nella didattica non solo perché educa bambini e ragazzi al pensiero creativo, ma anche per un suo risvolto pratico. Perché ha a che fare con la nostra quotidianità, con molti oggetti che utilizziamo abitualmente e che riteniamo ormai indispensabili. Smartphone, tablet, videogiochi, persino elettrodomestici come la lavatrice o il forno a microonde funzionano grazie a un codice informatico, a una sequenza ordinata di istruzioni.
È importante imparare a programmare a scuola e all’Università? Il rettore di un importante ateneo italiano ha detto che il coding è il nuovo “inglese”, cioè fare coding per i ragazzi oggi è essenziale come imparare la lingua straniera più parlata al mondo, appunto l’inglese. E lo è perché il coding allena le menti dei bambini e dei ragazzi a usare la logica nella vita di tutti i giorni.
alcuni semplici esercizi